Hulkenberg e la F1: sposi finchè "euro" non li separi...

31/10/2013 » Formula 1 Matteo Lupi - ( twitt: @japanpower81 )

C'erano una volta i piloti paganti, quelli che arrivavano nel circus con la nomea di figli di papa' o amici di quell'industriale ricco e influente. Il loro destino era spesso legato a team di terza fascia e la speranza di risultati pressochè inesistente: era difficile che un team storico si lasciasse tentare dai dollari portati da questo o quel pilota, a meno chè non si trattasse di valigette formato TIR.

 

Nel corso degli ultimi 15 anni, l'avvento delle case costruttrici e il fiorire di decine di Young Driver Project avevano quasi del tutto estirpato le radici del fenomeno, portando ad avere griglie con professionisti stipendiati, lontani anni luce dall'idea di dispendioso dilettantismo emanata da alcuni driver degli anni '80 - '90.

 

Ora siamo di fronte ad una nuova inversione di tendenza. Le Case non ci sono più, le multinazionali del tabacco sono sparite da tempo (non per volontà loro) e gli Euro (è cambiata pure la valuta con cui vengono negoziati i contratti...) portati dai piloti tornano a ricoprire un ruolo fondamentale per chiudere i budget.

 

Escludendo Red Bull, Ferrari e Mercedes potremmo assistere ad un 2014 con un nutrito numero di team costretti a basare le proprie scelte studiando le doti finanziarie dei piloti anzichè il talento puro. Prima fra tutti la Lotus a lungo inserita tra i contendenti per il titolo con Kimi Raikkonen e protagonista di un grande finale di stagione con Romain Grosjean: perso il finlandese, il team di Eric Bouiller progettava un 2014 da protagonista con il possibile ingaggio di Felipe Massa o Nico Hulkenberg, ma la situazione pare essere cambiata. La solidità finanziaria della scuderia di Enstone è stata messa in crisi da un 2013 ad altissimo livello con necessità di sviluppi incessanti ed un notevole dispendio di risorse. La sfida del turbo e la nuova generazione di monoposto imposte dal regolamento non faranno che acuire questa posizione richiedendo l'innesto di capitali freschi. L'unico pilota in grado di fornire un simile supporto è Pastor Maldonado da tempo in rotta con la Williams: il venezuelano gode del sostegno della PDVSA, la compagnia petrolifera nazionale, ed è prepotentemente entrato in gioco negli ultimi giorni, alla luce del mancato accordo tra Genii Capital e la Quantum Motorsports per la cessione del 35% delle quote del team nero-oro. Secondo i beninformati i 30 milioni messi sul piatto dalla PDVSA avrebbero affievolito l'interesse per il talento cristallino di Hulkenberg, spingendo Gerald Lopez a considerare la candidatura di Maldonado, con buona pace di Bouiller e dei suoi progetti di gloria. Resta da capire come i vertici del team possano pensare di far convivere sulle fiancate delle monoposto i loghi della compagnia petrolifera venezuelana e quelli della Total, partner storico e fornitore ufficiale.

 

In casa Sauber la situazione è nota da tempo: per evitare il fallimento, il team elvetico ha attivato un programma volto a consentire il debutto in F.1 di Sergey Sirotkin, ragazzino dal talento dubbio ma sostenuto da munifici finanziatori connazionali. In questo contesto Hulkenberg potrebbe essere l'uomo ideale per fornire al giovane un valido punto di riferimento e, contemporaneamente, portare avanti lo sviluppo della monoposto, ma la recente esplosione di Esteban Gutierrez e i rinnovati propositi di sostegno da parte del magnate messicano Carlos Slim (Telmex), sembrano condannare il futuro del tedesco anche in questo caso.

 

In Force India la situazione non è poi così diversa. Adrian Sutil e Paul Di Resta hanno fornito prestazioni convincenti fino alle modifiche introdotte dalla Pirelli a metà stagione e nessuno si è mai sentito in dovere di metterli in discussione ma, secondo Eddie Jordan, Hulkenberg nutre ancora numerosi estimatori all'interno del team che sarebbero felicissimi di riabbracciarlo, alla luce anche delle strepitose prestazioni messe a segno nelle ultime gare. Qui però entra in gioco nuovamente il discorso economico: il team indiano è sempre alla ricerca di sponsor che aiutino a definire il budget ed il tedesco non ne porta. All'inizio del 2013 Vijay Mallya ha riabbracciato Adrian Sutil e nella decisione finale hanno influito le garanzie finanziarie fornite dall'ex pianista in chiave futura. Prospettive che sono puntualmente diventate realtà con il reperimento di uno sponsor importante per l'anno prossimo. Ora bisogna vedere quale sarà il futuro di Di Resta: entrato nell'orbita del team nel 2009 come contropartita per la fornitura dei propulsori Mercedes, l'inglese si è guadagnato la promozione a titolare due stagioni più tardi, giocandosi la conferma anno con anno. La tanto attesa chiamata da parte della Mclaren non è mai arrivata e neppure Ross Brawn ha mai dato  l'impressione di averlo preso in considerazione per il team ufficiale: perso il sostegno di Norbert Haug, vero e proprio mentore del suo arrivo in F.1, ma fatto fuori dai vertici della Casa di Stoccarda, Di Resta si è trovato senza un concreto punto di appoggio e il suo sedile potrebbe essere obiettivo di piloti con la valigia.

 

Ufficializzata la conferma di Jules Bianchi e con il più che probabile arrivo di Kevin Magnussen, spinto direttamente dal Young Programme della Mclaren, la Marussia dovrà gioco forza liberarsi di Max Chilton. Il biondino inglese ha dalla sua il corposo contributo della Aon (colosso assicurativo britannico che ha come vice presidente il padre Grahame) quantificato in circa 12 milioni di euro e potrebbe essere proprio lui l'ultimo pezzo pregiato del mercato...finanziariamente parlando...

 

Se consideriamo i rumors riguardanti il contesto nel quale si è chiusa la trattativa tra la Toro Rosso e Danil Kvyat (c'è chi parla addirittura di 15 milioni di euro garantiti da finanziatori russi), potremmo trovarci con uno schieramento manovrato quasi totalmente dal "dio denaro". Dopo aver dovuto salutare Kamui Kobayashi lo scorso anno, il circus rischia ora di dire addio anche a Nico Hulkenberg che, nel giro di 3 mesi, passerebbe da "quasi ferrarista" a panchinaro di lusso, finendo fuori dal giro per la seconda volta in carriera.

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