In ogni circuito c'è una stanza oscura, buia e inaccessibile, nella quale alcuni uomini perdono la capacità di comprendere l'essenza dello sport e il piacere di vivere la passione per le corse. In quella stanza l'uomo diventa automa e si riduce ad eseguire azioni seguendo il principio "causa-effetto".
Alzi la mano chi, nel corso di queste ultime stagioni, non ha gridato allo scandalo vedendo senzioni comminate dai commissari: proprio durante Gran Premio di ieri si è assistito all'assurdo ordine dato a
Nico Hulkenberg quando, via radio, è stato intimato di restituire la posizione a Sergio Perez per aver superato la linea bianca nel corso di un duello. Il buon Nico è letteralmente trasalito tanto da rispondere con uno stupito
"What??!!", continuando a lamentarsi nel corso della gara: toccato da Perez, dopo averlo attaccato all'esterno, era stato costretto ad una correzione allargando la traiettoria e finendo oltre la linea bianca con le quattro ruote.
Gran numero! Per tutti, ma non per i giudici, chiamati a non usare il cervello per applicare il regolamento alla lettera, proprio come farebbe un qualsiasi computer.
Passi l'episodio che è solo l'ultimo di una lunga serie, ma nel dopo gara si è fatto addirittura di peggio quando
Alonso e
Webber sono stati convocati in direzione, accusati di aver commesso una grave infrazione del regolamento. Costretto a parcheggiare in una via di fuga la sua Red Bull in fiamme, Webber era rimasto vicino alle barriere, attendendo un passaggio per tornare ai box. Passaggio che puntualmente è arrivato dal grande amico Alonso, fermatosi con durante i festeggiamenti nel giro di rientro: le telecamere hanno regalato le divertenti immagini di un insolito giro di pista, con l'australiano appollaiato sulla fiancata della F138 e la mente è corsa subito a quel
14 luglio 1991 in cui, al termine del
GP d'Inghilterra a Silverstone,
Ayrton Senna e
Nigel Mansell diedero vita ad una delle immagini iconiche della storia della F1.
Beh, che ci crediate o no, i due sono stati ammoniti per aver percorso un tratto di pista in condizioni di pericolo e Webber, colpevole di aver infranto
l'articolo 30.9 che
vieta di entrare in pista senza il permesso dei commissari, dovrà scontare
un arretramento di 10 posizioni sulla griglia del GP di Corea, tra due settimane, trattandosi, per lui, del terzo richiamo stagionale.
Insomma, una bella pagina di sport e fratellanza, vissuta in una terra che della fratellanza fa una ragione di vita, miseramente umiliata e vergognosamente punita dalla fredda e miope cecità di un manipolo di uomini che giudicano lo sport, senza nemmeno sapere cosa sia lo sport...
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