Dove sta la differenza tra un buon pilota ed un campione? Sta tutta nel GP degli Stati Uniti e nel modo in cui l'hanno interpretato i due sfidanti di questo Mondiale. Lewis Hamilton ha passato la vigilia a leccarsi le ferite dopo la batosta rimediata ieri in qualifica, mentre Rosberg è arrivato in circuito determinato ad accorciare il gap forte della pole position. La determinazione del tedesco è durata però giusto lo spazio di una manciata di giri: partito alla grande dalla pole il figlio di Keke ha guidato fino alla prima sosta, poi si è sciolto come la neve sotto il sole texano subendo l'onta di un altro sorpasso in pista, proprio come in Giappone un mese fa. Il britannico ha dimostrato invece ancora una volta tutta la sua determinazione sferrando l'attacco decisivo dopo aver sofferto nel primo stint di gara: rientrato in pista con un gap superiore al secondo, ha macinato giri veloci ed alla prima occasione ha sgretolato la resistenza del compagno con una staccata al fulmicotone in fondo al rettilineo più lungo. L'esito del GP di Austin lascia ancora aperto il discorso Mondiale, ma Per Rosberg è arrivata la quinta sberla consecutiva, con il solo problema elettronico di Singapore a mitigare le responsabilità. Hamilton è lanciatissimo e con 24 punti di vantaggio potrà guardare al finale di stagione con molta più tranquillità.
Chi ha sfoderato l'ennesima grande prestazione della stagione è stato Mister Sorriso alias Daniel Ricciardo, profeta prima del via quando aveva pronosticato la sua terza piazza finale puntualmente raggiunta con un grande sorpasso nei primi giri ai danni di Alonso e, grazie alla strategia, su Bottas e Massa. L'australiano ha costruito la sua prestazione sul ritmo e sulla perfetta scelta strategica effettuata dal suo muretto.
Delusione in casa Williams con entrambe le vetture fuori dal podio nonostante un venerdì e un sabato da protagonisti: Massa ha occupato a lungo la terza piazza, ma ha subito il sorpasso da Ricciardo per un'indecisione nel corso del secondo pit-stop, quando l'anteriore sinistra ha faticato ad avvitarsi costandogli i decimi necessari a mantenere la posizione.
Alonso ha battagliato con le Mclaren e con Vettel per gran parte della gara, ma la sua F14 T non gli ha consentito di andare oltre la sesta piazza finale, mentre il tedesco, che con ogni probabilità prenderà il suo posto alla Ferrari nel 2015, ha portato a termine una grande rimonta dopo una fase iniziale particolarmente difficile ed un'incomprensibile pit-stop a pochi giri dal termine che l'aveva fatto ripiombare in fondo al gruppo: SuperSeb non si è dato per vinto e si è gettato alla caccia della zona punti centrandola in pieno con un gran settimo posto se paragonato ai presupposti della vigilia.
Se è passato pressoché inosservato l'ottavo posto di Magnussen, autore di una gara anonima, chi ha dato spettacolo è stato Vergne fenomenale nel finale con un attacco a vita persa su Grosjean in fondo alla prima staccata, replicato poco dopo su Button. Nel corso dell'ultimo giro il francese ha poi perso una posizione su Maldonado che finalmente ha mosso la sua classifica regalando due punti alla Lotus al termine di una stagione difficilissima.
Classifica
1 Lewis HamiltonMercedes
2 Nico RosbergMercedes
3 Daniel RicciardoRed Bull/Renault
4 Felipe MassaWilliams/Mercedes
5 Valtteri BottasWilliams/Mercedes
6 Fernando AlonsoFerrari
7 Sebastian VettelRed Bull/Renault
8 Kevin MagnussenMcLaren/Mercedes
9 Pastor MaldonadoLotus/Renault
10 Jean-Eric VergneToro Rosso/Renault
11 Romain GrosjeanLotus/Renault
12 Jenson ButtonMcLaren/Mercedes
13 Kimi RaikkonenFerrari1 Lap
14 Esteban GutierrezSauber/Ferrari
15 Daniil KvyatToro Rosso/Renault
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