Normale precauzione o colpevole omertà: cosa si cela dietro l'incidente di Bianchi?

07/10/2014 » Formula 1 Matteo Lupi - ( twitt: @japanpower81 )

Le immagini dell'incidente di Jules Bianchi, riprese da un video amatore dalle tribune del circuito di Suzuka, hanno permesso di ricostruire parzialmente quanto accaduto facendo luce sul alcuni aspetti. Pur non commentando l'accaduto "per rispetto della sua vita", nelle fasi immediatamente successive alla fine della gara, Adrian Sutil, uno dei pochi testimoni oculari della vicenda, aveva parlato di una dinamica simile a quella che aveva portato al suo incidente alla curva 8, ponendo l'accento sull'acquaplaning, ma il filmato sembra raccontare qualcosa di diverso.


Innanzi tutto la velocità: la Marussia piomba sul mezzo di soccorso come un fulmine. Visivamente l'impressione è quella di un'uscita a velocità superiore rispetto a quella della Sauber. quasi come se la vettura non avesse minimante rallentato.


Poi c'è la traiettoria: Bianchi sembra puntare una zona diversa delle barriere rispetto a Sutil. Il tedesco è passeggero inerme di una monoposto in testacoda ed impatta sulle protezioni frontalmente con un'angolazione ¾, mentre Bianchi arriva dritto per dritto e qui sta il nodo della questione: cosa dice la telemetria? E' possibile che sulla Marussia si sia rotto qualcosa? Cosa mostra il camera-car? C'è stato davvero un testacoda o la Marussia è semplicemente andata dirtta? Perchè la FOM ha posto il veto a qualsiasi immagine? Cosa si vuole coprire?





Secondo il tracciato del GPS diffuso già nella serata di domenica, l'uscita è avvenuta ad una velocità di circa 210 km/h, in linea con quelle dei piloti che sono transitati in quei frangenti: Ericsson che passa appena dopo arriva addirittura a 220 con la modesta Caterham! E qui sta la seconda questione: si è parlato di condizioni estreme, si è parlato di acquaplaning eppure Ericsson con la Caterham (accoppiata non certo vincente) si è permesso il lusso di trasitare in un punto particolarmente delicato ad una velocità superiore di ben 10 km/h rispetto alla Marussia che non è certo un fulmine di guerra, ma tra le mani dello sfortunato pilota del Ferrari Drive Academy ha sicuramente dimostrato di valere ben di più. Come è possibile? Semplice: Ericsson aveva le full-wet! Lo svedese le aveva montate al 39° giro e stava girando decisamente più forte, mentre quando Sutil ha perso il controllo la sua Sauber calzava le intermerdie dal 32° giro (quindi con 10 passaggi all'attivo), Bianchi addirittura dal 24°! Gli unici ad aver provato una strategia simile sono stati Chilton (23° giro) e Vergne (19° giro).


Sgomberiamo quindi il campo dalle critiche relative alla condizioni meteo proibitive: a Suzuka pioveva, ma non diluviava, tanto che quando Vettel è rientrato ai box per la sosta in regime di Safety Car non ha ritenuto opportuno montare le full-wet, restando sulle intermedie. Se fosse chiarito che sulla Marussia non ci sono stati guasti bisognerebbe piuttosto chiedersi come mai entrambi i piloti abbiano preso l'azzardo di restare in pista con un treno di intermedie così usurate.



Resta invece l'accusa di una direzione di gara approssimativa e gravemente colpevole: quando la medical car arrivare nella zona dell'incidente si vede il medico della Fia scendere dalla vettura e, per un attimo, temporeggiare accanto alla vettura mentre si aggiusta qualcosa in vita (forse la radio), poi richiamato dai commissari si volta, vede la vettura di Bianchi e corre a soccorrere il pilota a dimostrazione che probabilmente le comunicazioni non sono state efficaci.



Tornando infine all'incidente in nessun caso il mezzo di soccorso poteva e doveva trovarsi in quella posizione e in quelle condizioni. Il video diffuso ieri oltre a raccontare la violenza dell'impatto mostra anche il pericolo corso dai commissari sfiorati dalla monoposto di Bianchi: Jules lotta tra la vita e la morte per una serie di colpe non sue, ma a Suzuka si è sfiorata una disgrazia che poteva già avere contorni più gravi.

Ora non ci resta che sperare...

#ForzaJules

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