Le immagini dell'incidente di Jules Bianchi, riprese da un
video amatore dalle tribune del circuito di Suzuka, hanno permesso di
ricostruire parzialmente quanto accaduto facendo luce sul alcuni
aspetti. Pur non commentando l'accaduto "per rispetto della sua vita",
nelle fasi immediatamente successive alla fine della gara, Adrian Sutil,
uno dei pochi testimoni oculari della vicenda, aveva parlato di una
dinamica simile a quella che aveva portato al suo incidente alla curva
8, ponendo l'accento sull'acquaplaning, ma il filmato sembra raccontare
qualcosa di diverso.
Innanzi tutto la velocità: la Marussia piomba sul mezzo di
soccorso come un fulmine. Visivamente l'impressione è quella di
un'uscita a velocità superiore rispetto a quella della Sauber. quasi
come se la vettura non avesse minimante rallentato.
Poi c'è la traiettoria: Bianchi sembra puntare una zona
diversa delle barriere rispetto a Sutil. Il tedesco è passeggero inerme
di una monoposto in testacoda ed impatta sulle protezioni frontalmente
con un'angolazione ¾, mentre Bianchi arriva dritto per dritto e qui sta
il nodo della questione: cosa dice la telemetria? E' possibile che sulla
Marussia si sia rotto qualcosa? Cosa mostra il camera-car? C'è stato
davvero un testacoda o la Marussia è semplicemente andata dirtta? Perchè
la FOM ha posto il veto a qualsiasi immagine? Cosa si vuole coprire?
Secondo il tracciato del GPS diffuso già nella serata di
domenica, l'uscita è avvenuta ad una velocità di circa 210 km/h, in
linea con quelle dei piloti che sono transitati in quei frangenti:
Ericsson che passa appena dopo arriva addirittura a 220 con la modesta
Caterham! E qui sta la seconda questione: si è parlato di condizioni
estreme, si è parlato di acquaplaning eppure Ericsson con la Caterham
(accoppiata non certo vincente) si è permesso il lusso di trasitare in
un punto particolarmente delicato ad una velocità superiore di ben 10
km/h rispetto alla Marussia che non è certo un fulmine di guerra, ma tra
le mani dello sfortunato pilota del Ferrari Drive Academy ha
sicuramente dimostrato di valere ben di più. Come è possibile? Semplice:
Ericsson aveva le full-wet! Lo svedese le aveva montate al 39° giro e
stava girando decisamente più forte, mentre quando Sutil ha perso il
controllo la sua Sauber calzava le intermerdie dal 32° giro (quindi con
10 passaggi all'attivo), Bianchi addirittura dal 24°! Gli unici ad aver
provato una strategia simile sono stati Chilton (23° giro) e Vergne (19°
giro).
Sgomberiamo quindi il campo dalle critiche relative alla condizioni meteo proibitive: a Suzuka pioveva, ma non diluviava, tanto che quando Vettel è rientrato ai box per la sosta in regime di Safety Car non ha ritenuto opportuno montare le full-wet, restando sulle intermedie. Se fosse chiarito che sulla Marussia non ci sono stati guasti bisognerebbe piuttosto chiedersi come mai entrambi i piloti abbiano preso l'azzardo di restare in pista con un treno di intermedie così usurate.
Resta invece l'accusa di una direzione di gara approssimativa e gravemente colpevole: quando la medical car arrivare nella zona dell'incidente si vede il medico della Fia scendere dalla vettura e, per un attimo, temporeggiare accanto alla vettura mentre si aggiusta qualcosa in vita (forse la radio), poi richiamato dai commissari si volta, vede la vettura di Bianchi e corre a soccorrere il pilota a dimostrazione che probabilmente le comunicazioni non sono state efficaci.
Tornando infine all'incidente in nessun caso il mezzo di
soccorso poteva e doveva trovarsi in quella posizione e in quelle
condizioni. Il video diffuso ieri oltre a raccontare la violenza
dell'impatto mostra anche il pericolo corso dai commissari sfiorati
dalla monoposto di Bianchi: Jules lotta tra la vita e la morte per una
serie di colpe non sue, ma a Suzuka si è sfiorata una disgrazia che
poteva già avere contorni più gravi.
Ora non ci resta che sperare...
#ForzaJules
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