Max Verstappen: baby fenomeno o ennesimo colpo al Red Bull Junior Team

20/08/2014 » Formula 1 Matteo Lupi - ( twitt: @japanpower81 )

Con l'annuncio a sorpresa di Max Verstappen in Toro Rosso per il 2015 la Red Bull ha dato l'ennesimo calcio al proprio programma giovani. Sia ben chiaro, il figlio di Jos non è assolutamente vecchio, dato che a 17 anni sarà il più giovane debuttante nella storia del Mondiale, ma risulta difficile comprendere le logiche che portano un'azienda che investe milioni di euro, finanziando la crescita di diversi ragazzini, a gettare spesso tutto alle ortiche in nome della perversa corsa al baby fenomeno. Tonio Liuzzi, Scott Speed, Sebastien Buemi, Jaime Alguersuari, sono solo alcuni dei nomi portati in F1 e poi sacrificati per fare spazio a qualcuno ben più giovane di loro. L'episodio più recente riguardava Antonio Felix da Costa, silurato nel finale della scorsa stagione ad un passo dal salto nel Circus per fare spazio a Danijl Kvyat: il russo è senza dubbio una scommessa vinta perchè nella stagione del debutto ha ottenuto risultati convincenti, entrando diverse volte in zona punti, ma nessuno vieta di pensare che il portoghese non sarebbe stato in grado di fare altrettanto.


Ora il clamoroso sviluppo della carriera di Verstappen, passato nell'arco di una settimana da giovane di belle speranze in lotta per il titolo della F.3 European Championship, a pilota titolare in F.1 per la prossima stagione, apre nuovi interrogativi: può un ragazzino di 17 anni avere la maturità per reggere la pressione di un Mondiale di F1? Quale sarà il futuro di Carlos Sainz Jr., autorevole leader della F.Renault 3.5 con 5 vittorie e 6 pole all'attivo e papabile sostituto di Vergne per il 2015? Helmut Marko non potrà recitare anche quest'anno la storiella della mancanza di risultati convincenti come nel caso di Da Costa: il giovane spagnolo è in vetta ad un campionato decisamente più probante rispetto alla F.3, non fosse altro per l'enorme gap prestazionale esistente tra le due categorie.


I bibitari sembrano essere ripiombati nella spasmodica caccia al giovane ad ogni costo, garantendo ai ragazzini un rapido sbocco, ma nessuna garanzia di crescita: non c'è spazio per gli errori e, in assenza di risultati degni di nota, si hanno a disposizione al massimo due stagioni. L'unico che non ha mai dovuto dimostrare il suo valore a suon di risultati è stato Ricciardo che prima della sfavillante stagione 2014 con la Red Bull, non aveva certo impressionato marcando un ruolino molto simile a quello di Vergne.

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