Non è mai facile trovare le parole per raccontare una tragedia, ma nel caso di
Edwards è ancora più difficile. Sean era un giovane di belle speranze, un pilota forte sulla via della definitiva consacrazione nel panorama mondiale delle GT. Da tempo nell'orbita Porsche, era ormai ad un passo dalla conquista della prestigiosa
Supercup, la massima espressione dei monomarca a ruote coperte: nella finale di Abu Dhabi gli sarebbe bastato un misero piazzamento ai margini della zona punti per fregiarsi del titolo e mettere l'ennesimo trofeo in bacheca. Ma il destino, cinico e baro, ha voluto che le cose andassero diversamente: leggendo la sua storia pare di trovarsi di fronte al disegno di una mano oscura che, con la sua scomparsa, ha finito per chiudere un cerchio iniziato tanto tempo fa.
Nel
1976 suo padre,
Guy, corse qualche gara in F.1 senza ottenere risultati di rilievo, ma il 1° Agosto, al Nurburgring, c'era. La sua Hesketh non era un fulmine e lui non era un fenomeno, ma quando si trovò davanti la 312T2 di Niki Lauda incendiata, lo divenne. Si fermò, scese e, insieme a Merzario, Ertl e Lunger, gli salvò la vita, tirandolo fuori prima che le fiamme lo uccidessero. La storia è famosissima e proprio poche settimane fa ha avuto il suo tributo cinematografico nello splendido
"Rush" di Ron Howard. Beh, pochi sanno che in quel film, ad interpretare il suo personaggio, c'era proprio Sean.
Nei giorni delle riprese dal suo profilo twitter ha regalato agli appassionati scatti fantastici e toccanti al tempo stesso: un tuffo nel passato con le monoposto tornate a correre come un tempo. Lui era felice come un bimbo, orgoglioso di essere protagonista di una storia scritta da papà tanti anni fa:
"Oggi faccio il mio papà Guy Edwards, ma quanto è figo?! Ho la sua macchina, la sua tuta e il suo casco!"
La sua corsa si è spenta oggi contro un maledettissimo muro di un circuito australiano, mentre le stesse fiamme che suo padre aveva sfidato e sconfitto nel 1976, distruggevano la Porsche 996 sulla quale era seduto da passeggero, cercando di trasmettere tecnica e passione ad un ragazzo di 20 anni che ora lotta tra la vita e la morte in un letto d'ospedale.
Ciao Sean,
Rest in Speed...
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