Lo ripetono sempre gli slogan pubblicitari:
"Seguiteci per vivere
emozioni uniche dal primo all'ultimo giro". Bene, stavolta i
pubblicitari non hanno parlato per iperboli.
Ditemi voi chi all'inizio dell'anno avrebbe mai pensato che il
mondiale di F1 2008 si sarebbe risolto solo alla penultima curva
dell'ultimo Gran Premio confondendo addirittura le idee dei clan dei
protagonisti, tutti intenti a festeggiare dopo la bandiera a scacchi
senza
aver la minima cognizione di quanto stava effettivamente accadendo.
Finale thrilling, finale al cardiopalma,

duello senza esclusione di
colpi. Di frasi fatte potremo stare qui a citarne a decine e
comunque non riusciremo bene a rendere l'idea di quanto si è visto e
vissuto a chi la gara non l'ha vista. Meglio quindi fermarsi qui e
partire con la sostanza. Cioè i fatti.
La gara è stata vinta da un Felipe Massa stratosferico che in
Brasile si è vestito da SuperFelipe diventando imbattibile per
chiunque altro. Questo doveva fare e questo ha fatto. Felipe ha di
fatto perso il mondiale alla penultima curva in favore di Lewis
Hamilton, a cui bastava raggiungere il quinto posto per proclamarsi
campione e questo ha fatto.
Salvo un paio di giri ad inizio gara, causa cambio gomme, la
situazione della classifica mondiale ha sempre riso al britannico
più impegnato a portare la propria vettura su tempi decenti e non
folli ed a stare lontano dai guai, piuttosto che a correre
all'attacco come le sue indubbie doti di fuoriclasse combattente
avrebbero suggerito lui di fare.
Poi, tutto è cambiato a sei giri e mezzo dalla fine quando una
pioggia consistente ha iniziato ad abbattersi su San Paolo
mischiando all'inverosimile le carte. In quel momento Massa era
saldamente in prima posizione con Hamilton quarto. Effettuate le
soste per montare le gomme da pioggia tutto è cambiato. L'eroe di
casa infatti non ha avuto problemi a ripartire al comando, mentre
Hamilton si è visto sfilare da Timo Glock che sulla Toyota aveva
deciso di rischiare il tutto per tutto e n

on fermarsi a cambiare le
gomme nella speranza che la pioggia smettesse di cadere in tempi
ristretti, e da Sebastian Vettel su Toro Rosso poi, decisamente più
a suo agio nel bagnato rispetto all'Hamilton visto domenica.
Tutto sembrava volgere al meglio per Massa e la Ferrari, perché con
Hamilton sesto ed a parità di punti, Massa avrebbe vinto il titolo
grazie al maggior numero di vittorie. Tutto bello, tutto magico.
Finché alla penultima curva dell'ultimo giro Glock, ormai incapace
di tenere la propria auto gommata slick su una specie di torrente,
si è fatto sfilare sia da Vettel che da Hamilton consentendo
all'asso della McLaren di conquistare quel quinto posto sufficiente
ad aggiudicarsi il suo primo mondiale piloti per la bellezza di un
punto.
Alla fine tutti a piangere, chi di gioia chi di tristezza. Ma forse,
gli uomini Ferrari e Massa farebbero bene a piangere per i punti
buttati via in gare come Australia, Malesia (qua proprio
imperdonabile Felipe), Ungheria e l'ormai sotto certi aspetti
leggendario Gran Premio di Singapore, piuttosto che per come è
terminata la gara di domenica.
Ed i tifosi ferraristi dell'ultima ora, quelli che hanno

acceso la
TV alle 17,55 chiedendo magari anche di che colore fosse la macchina
del nero, farebbero bene a tornare all'amato sport del pallone dove
l'arbitro è sempre cornuto e la propria squadra del cuore non perde
mai perché fa schifo, piuttosto che sostenere che Timo Glock si è
fatto superare apposta per favorire la vittoria mondiale di
Hamilton.
Punto primo: per quale dannata ragione Glock che guida la Toyota
avrebbe dovuto favorire una McLaren-Mercedes? Perché il motore è
Mercedes e quindi tedesco come lui? Ma per favore. Siamo seri.
Figuriamoci se in uno sport dove un punto mondiale può voler dire
milioni di euro in più dagli sponsor uno si mette a farsi sfilare
per aiutare un propulsore della propria terra natale.
Punto secondo: Avete mai provato a guidare con le gomme lisce sulla
neve nelle strade di tutti i giorni? Ecco provateci, dovreste avere
su per giù lo stesso effetto che Glock stava vivendo nelle ultime
concitate fasi della corsa.
Punto terzo: Se proprio Glock e la Toyota per motivi misteriosi ed
oscuri alla razionale psiche umana avessero deciso di favorire
Hamilton e la McLaren, avrebbero potuto semplicemente fare quello
che avevano fatto tutti quanti. E cioè fermarsi ai box e cambiare le
gomme, senza così nemmeno dare l'illusione a Massa e alla Ferrari di
crederci fino al traguardo e oltre.
Insomma, alla fine cacciare le streghe invisibili è decisamente da
perdenti frustrati. La verità delle cose è che dopo 18 gare ha vinto
quello che ha fatto più punti di tutti e che ha dimostrato nella
maggior parte delle occasioni di essere anche quello con più classe
e talento naturale in pista.
Onore quindi a Massa (senza dubbio il migliore in pista ad
Interlagos) ma soprattutto onore ad Hamilton.
E adesso

gli altri: Ma siamo sicuri che il prossimo anno con un po'
più di fortuna e costanza Alonso non possa dire la sua nel mondiale
piloti? A giudicare dall'andamento lineare e tendente verso l'alto
suo e a quello altalenante degli altri visto nella seconda metà di
campionato noi questa ipotesi non ci sentiamo di scartarla. Così
come non ci sentiamo di scartare l'idea che la BMW abbia deciso di
propria autonomia di autolimitarsi nelle ultime gare per seguire i
propri risultati ed obiettivi panificati anni fa, anziché
raccogliere ciò che la pista ha donato quest'anno sia ad Heidfeld
che soprattutto a Robert Kubica.
Buono anche il finale dell'esosa quanto fumosa Toyota. Male invece
la sempre più spenta e a corto di soldi Williams, l'appariscente Red
Bull e la comatosa Honda. Sprazzi di luce invece alla Force India
grazie a Fisichella che sul bagnato e con tattiche azzardate ha
fatto vedere qualcosa di buono.
La gara di Interlagos oltre alle ambizioni iridate di Felipe Massa e
della Ferrari, saluta al cento percento un protagonista di

mille
episodi belli e brutti come David Coulthard e probabilmente anche
Rubens Barrichello, giunto alla fine della sua pittoresca quanto
lunga e romantica carriera.
Ah, quasi dimenticavamo. Il premio di peggiore in pista dovrebbe
andare a gente come Piquet, Coulthard e Nakajima che dopo aver
combinato poco o nulla durante tutto l'anno sono riusciti ad andare
KO (Nakajima per la verità ha proseguito giusto per concludere,
visto mai si arrivava in otto...) al primo giro.
Sarebbe però come sparare sulla croce rossa quando l'ambulanza è
ferma.
Dunque il premio di peggiore in pista va ad Heikki Kovalainen.
Dov'era quando c'era da aiutare Hamilton? Dov'era quando c'era da
infastidire le Ferrari? Dov'era quando ha iniziato a piovere ed i
migliori sono emersi. Per amore di questo sport auspichiamo che la
McLaren si sbarazzi del pesce lesso biondo nel più breve tempo
possibile affidandola a un pilota più degno.
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