Si è conclusa domenica scorsa l'avventura Michelin nella massima
categoria motociclistica iniziata nel lontano 1973.
Da quella prima vittoria "da corsa" sul mitico TT nell'isola di Man
per mano dell'australiano Jack Findlay su Suzuki fino all'ultima di
Dani Pedrosa a Montmelò 2008, sono stati qualcosa come 26 i
campionati del mondo e 359 le gare vinte dalla casa francese.
Nel '75 arriva la prima vittoria in 500cc ad Assen gommando una
Suzuki guidata da Barry Sheen e, sempre con la stessa accoppiata,
conquista il primo titolo l'anno successivo.
Pioniera nello sviluppo di gomme con le tele intrecciate a sezione
radiale, raggiunge con questa tecnologia la prima vittoria nel 1984
ad opera di Freddie Spencer.
Tanti i campioni del mondo che fino all'ultimo del 2006 si sono
incoronati con le rotonde francesi. La lista è da brividi
cominciando con Barry Sheen, Lucchinelli, Uncini, Spencer, Lawson,
Gardner, Rainey, Schwantz, Doohan, Criville, Roberts, Rossi e
Hayden.
Tante le battagli vinte anche nelle categorie inferiori ma fu in 500
che sbarazzò la concorrenza dell'allora onnipotente Dunlop imponendo
praticamente un regime di monogomma, almeno per chi volesse vincere.
Caduta ultimamente in qualche critica di troppo per alcune scelte
"politiche" e favoritismi non troppo condivisi dall'ambiente, ha
intrapreso il viale del tramonto, sicuramente senza saperlo, con
l'inizio della stagione 2003 e l'arrivo dell'agguerritissima
Bridgestone.
La casa giapponese, entrata in punta di piedi, ha raggiunto un
livello di competitività via via sempre maggiore e irraggiungibile
per la casa francese. Le case costruttrici con i migliori piloti
sono a poco a poco passate tutte con la concorrenza lasciando il
Bibendum praticamente solo con 2 moto ufficiali che nulla hanno
potuto contro lo strapotere dei gommati giapponesi.
Nel frattempo la "guerra delle rotonde" ha portato sicuramente un
beneficio a livello di prestazioni

delle
stesse aumentando di contro le velocità di percorrenza in curva a
livelli preoccupanti per l'incolumità dei piloti.
Da qui insieme all'ormai insostenibile e/o insensato incremento
smisurato dei costi la decisione della FIM in concerto con la Dorna
di istituire per il 2009 il regime di monogomma o meglio monomarca
per la MotoGP.
La casa francese ha fatto sapere fin da subito che il concetto di
"monopolio" va contro la loro politica d'impresa che vede nella
competizione la ragione principale per poter partecipare. Mancando
questa non ha senso proseguire. Da qui la dolorosa decisione di
abbandonare senza neanche partecipare alla gara d'appalto istituita
dalla Federazione Internazionale.
Ognuno ha la propria rispettabilissima idea, fermo restando che
stiamo parlando di una categoria da competizione è giusto che questa
ci sia sotto tutti gli aspetti, gomme comprese, in quanto
chiaramente i prodotti "di serie" possano usufruire delle migliorie
raggiunte grazie a quanto si sperimenta in gara, ma onestamente di
fronte ad effettivi e reali problemi di sicurezza e costi che
rischiano di far fallire la categoria non ci sentiamo di biasimare
la decisione sperando che i primi riscontri positivi si riflettano
al più presto sia "in tele" che nei bilanci dei diretti interessati.
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