30/09/2013 » DTM
Matteo Lupi - ( twitt: @japanpower81 )
16 giugno
2007. Mike Rockenfeller è un ventitreene di
belle speranze alla prima presa di contatto con la 24 Ore di Le Mans, per di
più nelle file di un colosso come l'Audi. La R10 TDI n.3 viaggia saldamente in
terza posizione e, con Rocky al volante, segna il suo miglior tempo,
lanciandosi alla caccia dei leader. Al 23esimo giro, però, succede quello che
non dovrebbe succedere ad un giovane pilota che guida per la prima volta una
biposto della Casa di Ingolstad: Rocky perde il controllo a Tertre Rouge
e va a sbattere violentemente contro le barriere. La sua Audi è distrutta ma
lui, in preda alla trance agonistica cerca di tornare in pista accelerando a
fondo: il motore è ancora acceso ma sospensioni e semiassi non ci sono più, la
R10 è una belva ferita a morte. La sua gara finisce lì. Rocky non vuole
scendere, è disperato: piange, non si da pace. Teme di aver mandato in fumo il
sogno di una vita. Ai box lo aspetta Wolfgang Ulrich, capo supremo
dell'emanazione sportiva della Casa dei quattro anelli, famoso per essere un
sergente di ferro poco incline alla tolleranza e nel corso della gara le sue
parole non sono certo comprensive. Ma alle 15 di domenica Emanuele Pirro, Frank
Biela e Marco Werner passano per primi sotto la bandiera a scacchi: l'Audi ha
vinto e Ulrich può festeggiare comunque.
29 settembre 2013. Augusto Farfus vince a Zolder per la
seconda volta in due settimane. Ma Rocky è lì, attento e vigile come una
sentinella e con la piazza d'onore conquista i punti necessari pre fregiarsi
del titolo di Campione DTM con una gara d'anticipo.
Sono passati sei anni e i destini dell'Audi e di Rockenfeller
hanno continuato a marciare l'uno accanto all'altro. Ulrich ha creduto in lui
nonostante le drammatiche premesse e nel 2010 hanno potuto festeggiare assieme
il trionfo sul podio della Sarthe. Ma ieri gli occhi erano solo per lui: a due
anni di distanza dal successo di Tomczyk, Rocky ha riconsegnato il titolo alla
casa dei quattro anelli, guardacaso con lo stesso team e la stessa livrea che
portarono al successo il connazionale nel 2011.
Farfus ce l'ha messa davvero tutta infilando la terza vittoria
stagionale, ma sulla sua classifica hanno pesato tre gare senza punti nella
prima parte della stagione, mentre Rockenfeller, pur conquistando un successo
in meno, ha sempre marcato punti con un ottavo posto come peggior
risultato. Sul podio è tornato anche Timo Scheider che nel finale ha
vestito i panni dello scudiero proteggendo le spalle al compagno di marca.
La classifica della gara:
01. Augusto Farfus - RBM BMW - 1h13'26"294
02. Mike Rockenfeller - Phoenix Audi - +1"603
03. Timo Scheider - Abt Audi - +2"149
04. Mattias Ekstrom - Abt Audi - +3"383
05. Marco Wittmann - MTEK BMW - +3"652
06. Adrien Tambay - Abt Audi - +3"834
07. Joey Hand - RBM BMW - +4"444
08. Filipe Albuquerque - Rosberg Audi - +5"060
09. Gary Paffett - HWA Mercedes - +6"795
10. Miguel Molina - Phoenix Audi - +7"023
11. Martin Tomczyk - RMG BMW - +7"397
12. Pascal Wehrlein - Mucke Mercedes - +7"415
13. Jamie Green - Abt Audi - +8"068
14. Edoardo Mortara - Rosberg Audi - +9"992
15. Christian Vietoris - HWA Mercedes - +10"596
16. Robert Wickens - HWA Mercedes - +11"117
17. Daniel Juncadella - Mucke Mercedes - +11"558
18. Timo Glock - MTEK BMW - +12"043
19. Andy Priaulx - RMG BMW - +12"890
20. Bruno Spengler - Schnitzer BMW - +21"301
-- ritirati --
__. Dirk Werner - Schnitzer BMW
__. Roberto Merhi - HWA Mercedes
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