Un cordolo tagliente alla base delle esplosioni di domenica?!

02/07/2013 » Formula 1
Matteo Lupi - ( twitt: @japanpower81 )
Nella serata di ieri la BBC ha diffuso un video nel quale l'ex progettista della Jordan, Gary Anderson (ora vece tecnica dell'emittente britannica) ha provato a ricostruire le cause delle 5 esplosioni che hanno condizionato lo svolgimento del GP di Gran Bretagna e messo sotto accusa la Pirelli. Secondo Anderson uno degli effetti scatenanti è rappresentato dalla particolare conformazione di alcuni cordoli del tracciato di Silverstone, in special modo quello posto all'interno della curva 4. Nel video si vede in modo molto chiaro come il cordolo sia costituito in realtà da due parti: quella più esterna, liscia e tinta di verde si unisce a quella interna, scalinata e nella classica colorazione bianco-rossa, creando uno scalino abbastanza pronunciato che che, nella parte terminale, si traforma addirittura uno spigolo vivo, definito dall'ex progettista "molto pericoloso".





Ragionando nel campo delle ipotesi, la ricostruzione di Anderson è plausibile, ma vanno fatte alcune considerazioni: la conformazione della pista è la stessa dal 2009 e mai prima d'ora si erano verificati problemi simili nè in F1 nè in altre categorie. Se si fosse trattato di una questione esclusivamente estranea alle coperture, il problema si sarebbe dovuto presentare in maniera sistematica anche nelle libere e in qualifica. La verità sta probabilmente nel mezzo: preso il cordolo come causa scatenante, le esplosioni sono state causate da una debolezza intrinseca della costruzione delle PZero 2013 e dalle pressioni di gonfiaggio ridotte al minimo che portavano ad una sollecitazione eccessiva della spalla.


TEST. Per cercare di risolvere definitivamente la situazione senza che ripresentino simili pericoli, la FIA ha dato l'assenso ai team per trasformare i Rookie Test, in programma a metà mese proprio sul tracciato inglese, in una sessione dedicata allo sviluppo delle nuove coperture che la Pirelli sta realizzando. I team potranno quindi affiancare ai giovani tester i piloti ufficiali, a patto che questi si dedichino solo al programma di lavoro elaborato dal gommista: per vigilare sulla regolarità, la federazione invierà sul campo alcuni commissari deputati al controllo delle operazioni.