Da alcune stagioni il team elvetico ci ha abituato a
prestazioni eccellenti pur disponendo di mezzi economici da team di
seconda fascia. Nel corso del 2012 sono arrivati addiritura 4
piazzamenti sul podio e sarebbe arrivato con tutta probabilità anche il
primo successo dal debutto nel Mondiale se non fosse stato per un
inopinato errore di Perez a pochi giri dalla bandiera scacchi in
Malesia. Ma cosa si nasconde dietro risultati simili?
Semplicità.
E' la prima parola che viene in mente quando si osserva per la prima
volta una monoposto appena uscita dalla fabbrica di Hinwil. La C32
incarna in pieno questo spirito. Le linee sono convenzionali e
all'apparenza sembra che i tecnici abbiano puntato alla concretezza.
Evoluzione.
Figlia della filosofia di cui sopra la nuova vettura del team elvetico
rappresenta uno sviluppo della C31 di cui ha mantenuto lo scalino sul
muso mascherato però da due nervature ai lati della scocca. Finora è
l'unica monoposto che ha adottato una soluzione simile, una sorta di via
intermedia tra la Lotus E21 e il vanity-panel impiegato su Ferrari,
Mclaren e Force India.
Ricerca. Fino a qualche anno fa la
Sauber aveva una caratteristica poco invidiabile: progettava vetture
competitive ed affidabili fin dalla prima gara, ma nel corso della
stagione subiva una sorta di stallo prestazionale, finendo per perdere
posizioni importanti in classifica costruttori. Il 2012, con i podii
conquistati da Perez a Monza e Kobayashi in Giappone, ha dimostrato che
questo problema sembra essere ormai superato. Per capire il grande
lavoro svolto sulla C32 basta guardare la parte terminale delle
fiancate: sono più piccole e rastremate rispetto al modello dello scorso
anno, al punto che gli scarichi ad effetto "coanda" sporgono rispetto
alla parte sottostante.
Stabilità. Sul fronte sospensioni i
tecnici elvetici hanno mantenuto gli schemi adottati in passato con
push-rod all'anteriore e pull-rod al posteriore, dove il triangolo funge
da vero e proprio profilo alare integrando il semiasse e il braccio
della convergenza. E' una soluzione che ricalca quelle viste sulle
monoposto avversarie dimostrando quanto ormai qualsiasi dettaglio sia
figlio di un'esasperata ricerca aerodinamica. A tal proposito colpisce
la posizione dei deviatori di flusso ai lati dell'abitacolo che ora sono
più spostati verso il retreotreno con un elemento ad arco che si unisce
alle pance.
Sembra dunque che per l'ennesima volta il piccolo
team svizzero abbia realizzato un capolavoro di ricerca ed evoluzione
nonostante il budget non certo faraonico. Non ci resta che aspettare
l'inizio dei test per capire fino a dove potranno spingersi Hulkenberg e Gutierrez .