Hulkenberg si chiama fuori: un avversario in meno per Valsecchi

13/11/2013 » Formula 1
Matteo Lupi - ( twitt: @japanpower81 )
Sembra ridicolo ma è proprio così: ormai siamo arrivati a parlare di avversari, in una corsa che avversari non dovrebbe avere, una corsa che neppure dovrebbe esistere. Dall'inizio della stagione Davide Valsecchi è terzo pilota di un team che, a quanto pare, sta facendo di tutto per non farlo salire in macchina neanche quando sarebbe un suo diritto. La Lotus ha riempito l'organigramma di nomi creando ruoli che nessuno aveva mai sentito nominare: oltre ai due titolari ci sono il "reserve driver" Jerome D'Ambrosio, uno talmente forte da passare totalmente inosservato nel corso della stagione disputata al volante della Marussia (già... che lo ricordiate o no, nel 2011 D'Ambrosio ha corso una stagione intera in F1...senza brillare nemmeno nel Gp d'Italia del 2012 quando sostituì lo squalificato Grosjean) e il "development driver" Nicolas Prost, uno, figlio di un'altro famoso, che nel lontano 2008 ebbe il merito di vincere l'Euro 3000 Series battendo avversari del calibro di Fabio Onidi e Adam Kahn (che chiuse la stagione con 5 punti di distacco avendo saltato le prime 4 gare), poi ci sarebbe il "third driver", Davide appunto, uno che nel 2012 ha dominato la GP2... Chi faccia cosa, attualmente è un mistero.

Stando a quanto ci è stato riferito nel corso della stagione, il pilota deputato a sostituire uno dei due titolari in caso di indisponibilità era proprio Valsecchi, ma quando Raikkonen ha annunciato di voler rinunciare alle ultime due gare, ad Enstone hanno iniziato a pensarla diversamente. Prima hanno contattato Nico Hulkenberg, offrendogli la possibilità di sondare il territorio in chiave 2014, ma, come annunciato dal manager Werner Heinz, il tedesco ha deciso di finire regolarmente la stagione con la Sauber. A quel punto Boullier e compagni hanno cominciato a sfogliare la rosa delle possibili alternative tra cui figurano Pastor Maldonado con i dollari della PDVSA e tutto il parco piloti presenti al lancio della E21.

In un contesto simile, Davide è partito per Austin portando con se tante speranze e zero certezze, nemmeno quelle con cui per 10 mesi l'hanno illuso di essere parte di un progetto. Se salirà in macchina dovrà farlo isolandosi dal mondo, abbandonando quel normale senso di smarrimento che si prova quando, senza preavviso, si sente venir meno la fiducia conquistata a suon di vittorie. Dopo, solo e soltanto dopo, potrà chiedersi se ne valga davvero la pena, se sia davvero il caso di continuare a coltivare il sogno di entrare in un mondo che sembra non volerlo, o se non sia il caso di scegliere di essere protagonista di una storia da scrivere altrove...