MotoGP - Il podio dei "buoni propositi"...

29/10/2008
Massimo Bonantini
Con l'anno nuovo arrivano generalmente i buoni propositi: qualche kg
in meno, smetto di fumare, faccio la pace col vicino, ... Così
succede anche per i nostri eroi del motomondiale, solo che loro sono
generalmente meno fantasiosi e più monotoni. Il loro unico proposito
è infatti sempre e solo quello: vincerò.



Con questo proposito si è presentato al via della stagione 2008
Valentino Rossi da Tavullia, un campionato 2007 da dimenticare dopo
gli infiniti guai di gomme, motore, fiscali e di massa che inizia a
tacciarlo di finito.

Addirittura un campionato in arrivo che pareva incredibilmente quasi
l'ultima spiaggia. Fatto sta che dopo aver tardato 3 gare (e tutto
l'inverno) ad "integrare" le nuove Bridgestone alla sua fida M1
letteralmente trasformata dai tecnici di Iwata, Vale inizia
un'impressionante serie di vittorie (10 in totale) e piazzamenti a
podio (altri 6) che annichiliscono una concorrenza che mai come
quest'anno si vedeva numerosa, qualificata e agguerrita.



Quello che si vede in pista è probabilmente il "più bel" Valentino
di sempre: velocissimo, preciso, determinato e concentrato nel
risultato come non mai. Gli anni, e i 150 GP suonati, aggiungono
quel tocco di maturità in più che rende il folletto un'arma letale
per chiunque incroci le sue traiettorie. Il risultato non poteva
essere altro che l'8° titolo in bacheca, il record del mito Agostini
raggiunto e battuto e i maligni zittiti.

Sommato alla pace fatta col fisco italiano si può parlare di un
trionfo completo. Proposito compiuto, bravo Vale, 10 e lode.



Casey Stoner si presenta al via col numero 1 in tabella, vabbè la
tabella non c'è più ma avete capito insomma, col titolo da difendere
e dichiaratamente con lo stesso proposito dell'italiano della
Yamaha, ci mancherebbe.

I test invernali parlano di uno Stoner e di una GP8 da far paura:
col sole, con la pioggia, di giorno o di notte non c'è verso di star
davanti allo scatenato australiano. La prima gara è un incubo per
gli avversari che, come tutto l'anno precedente, lo vedono
letteralmente giocare con loro finché verso metà gara spalanca il
gas, impone un ritmo insostenibile per tutti, saluta e se ne va via.



Sembra l'inizio di un'altra galoppata trionfale per la compagine di
Borgo Panigale ma nelle gare successive incappano in una strana
"crisi tecnica" che farà perdere il passo all'australiano. La
competitività riappare a Montmelò e la squadra bolognese riprende
confidenza con la vittoria che centra in 3 occasioni consecutive ma
non fa i conti con il "mestiere" di Rossi che ci mette una pezza a
Laguna Seca e da lì impone una pressione sul pilota della Ducati che
sembra non sopportare.

Casey, inoltre, incappa in 2 erroracci a Brno e a Misano che lo
tagliano fuori dalla rincorsa per il titolo.



Stoner è ancora giovane e probabilmente questo con la passeggiata
dell'anno precedente fa si che all'australiano manchi ancora di
quella sana "cattiveria sportiva" e della maturità indispensabili
per lottare a certi livelli.

Sul finire di stagione si è vista anche una maggior dedizione nella
definizione del setup da parte dell'aussie, indispensabile per poter
competere contro un Dr. Rossi a questi livelli. Siamo sicuri che ha
imparato la lezione ma purtroppo per lui quest'anno il titolo è
andato. La colpa non è stata obbiettivamente solo sua, la squadra
c'ha messo del suo ma ce l'ha messo anche nel recupero della
competitività.



La stagione è stata comunque buona (6 vittorie, sub titolo piloti e
costruttori) e il proposito raggiunto al 75%. Bene Casey.



Dani Pedrosa aveva anche lui definito perfettamente il suo buon
proposito per quest'anno, insieme all'inseparabile Alberto Puig of
course.

La Honda aveva lavorato durissimo durante l'inverno approntando ben
3 moto differenti visto che i piloti ufficiali non sono stati capaci
di mettersi d'accordo sulla miglior distribuzione (molle o
pneumatica) da adottare in gara.



Dani si presenta un pò acciaccato causa l'incidente di Barcellona
che gli danneggia una mano ma la competitività c'è e anche le gomme
francesi sembrano fare la propria parte. Vince appena alla seconda
gara, si ripete alla settima, e con 8 podi nelle prime 9 gare mostra
di essere un serio pretendente al titolo.

La svolta arriverà all'appuntamento tedesco del Sachs. Dani non ha
mai apprezzato particolarmente la pioggia ma in gara, sotto un
diluvio, lo spagnolo sembra essersene dimenticato, parte a razzo e
impone un ritmo impossibile per tutti. L'inseparabile manager dice
di conoscere benissimo il suo pupillo e come fatto altre volte
indica al pilota un distacco sugli avversari inferiore alla realtà
così che il pilota continui a forzare il ritmo. E così è.

Dopo pochi giri il distacco è abissale ma Dani non molla e giro dopo
giro continua ad abbassare il tempo finché al sesto giro esagera e
finisce a terra picchiando duro con le protezioni procurandosi varie
lesioni alla mano sinistra e alla gamba destra.



Il rientro è lungo e doloroso, i risultati decadono così come le
prestazioni delle gomme che subiscono ormai in ogni situazione e
tracciato la netta superiorità delle Bridgestone. La lotta per il
titolo è definitivamente chiusa e il clamoroso cambio alle gomme
giapponesi sul finire della stagione, così come il passaggio al
motore con distribuzione pneumatica, è solo da vedere come una
conseguenza.

Il pensiero è ormai rivolto all'anno prossimo.



Oltre alla caduta in Germania che lo segna fisicamente, anche la
scarsa competitività delle gomme da metà stagione in poi fa la sua
parte ma onestamente anche Dani in diverse occasioni si vede un pò
rinunciatario e poco combattivo.

Ha migliorato moltissimo la guida sul bagnato ma in bagarre è ancora
troppo "timido". Le staccate non sono ancora il suo forte e pensare
di vincere solo per distacco sembra un pò riduttivo se si vuol
competere per il titolo soprattutto contro due mastini come Stoner e
Rossi.

Proposito raggiunto al 50%, dunque. Per lui e per l'inseparabile
manager ancora molto lavoro da fare.



E voi che proposito avete per il prossimo anno?