GP Ungheria. Strepitoso Vettel: a Budapest è Festa Ferrari

26/07/2015 » Formula 1
Matteo Lupi - ( twitt: @japanpower81 )

Una gara epica, un pilota fantastico ed una squadra quasi perfetta. Sebastian Vettel e la Ferrari sono tornati a guardare tutti dal gradino più alto del podio trionfando all'Hungaroring a termine di un Gran Premio che li ha visti dominare per 2/3 della durata ma che nel finale ha rischiato di complicarsi non poco a causa dell'inopinato ingresso della Safety Car per l'incidente di Nico Hulkenberg.

Al via il tedesco è balzato subito al comando grazie ad uno scatto magistrale dalla seconda fila con cui è riuscito ad affiancare Hamilton, inserendo la sua SF15-T all'esterno della Mercedes senza che il leader del Mondiale potesse fare nulla per difendersi. Il boato dalle tribune è stato fragoroso ma è diventato assordante quando, in curva, 2 la manovra è riuscita anche a Kimi Raikkonen ai danni di Rosberg, regalando al pubblico la romantica immagine di una doppietta rossa al comando della gara, come non succedeva da 5 anni. Tramortito dall'avvio dei ferraristi, il muretto della Mercedes ha dovuto anche fare i conti con l'errore di Hamilton, costretto a finire nella ghiaia per evitare di tamponare Rosberg alla staccata della curva 6, perdendo parecchie posizioni.

Sono bastati pochi giri per capire che non si sarebbe trattato di un fuoco di paglia: in difficoltà nel corso delle libere a causa di una power unit datata, la Ferrari è riuscita a trovare il bandolo della matassa nel corso della notte che aveva preceduto le qualifiche, consentendo ai suoi piloti di scendere in pista con due unitá più fresche, ma soprattutto di adottare una configurazione aerodinamica più scarica rispetto agli avversari senza mettere in crisi la durata delle coperture. Patito lo strapotere delle frecce d'argento al sabato, una volta davanti, Vettel e Raikkonen hanno fatto il vuoto staccando Rosberg e tutto il resto del gruppo.

Il dominio è rimasto tale fino a due terzi di gara, amplificato anche dalla discutibile scelta strategica della Mercedes che ha spinto Rosberg a montare un set della mescola più dura in occasione della prima sosta, con il risultato di rallentarne il ritmo e permettere a Vettel di costruire un margine di oltre 20 secondi.

A quel punto però, nel giro di pochi frangenti, il pomeriggio rosso ha rischiato di tingersi di nero: prima l'ingresso della safety car, resosi necessario per l'incidente di Hulkenberg, rimasto senza ala anteriore in fondo al rettilineo, poi un problema alla componente elettrica della power unit di Raikkonen hanno di fatto cambiato la percezione di una gara senza rivali. Perso il vantaggio fin lì costruito, quando la Safety Car si è fatta da parte, Raikkonen ha subito abbandonato qualsiasi speranza di arrivate a podio, lasciando strada a Rosberg, mentre alle loro spalle Ricciardo, Bottas, Hamilton, e Kvyat si davano battaglia senza esclusione di colpi con il russo ed Hamilton finiti sotto l'occhio dei commissari per manovre poco ortodosse. Così, mentre Vettel resisteva strenuamente alla pressione di Rosberg, Hamilton è stato costretto ad imboccare la pit lane per scontare un drive throug, mentre Kvyat se l'è cavata con 10 secondi da scontare sul tempo finale.

L'ultimo colpo di scena è arrivato a 4 giri dalla fine, quando un controverso contatto tra Ricciardo e Rosberg ha estromesso il tedesco dalla lotta per il podio e regalato a Kvyat la gioia del primo podio in carriera.

Sotto la bandiera a scacchi è scattata dunque la festa ferrarista dopo mesi difficili e dopo la parecchie critiche per le recenti prestazioni, mentre Kvyat e Ricciardo, hanno arpionato regalato alla Red Bull il primo (doppio) podio stagionale. Nel trambusto creatosi nelle ultime fasi a trarre particolare vantaggio sono stati Verstappen e Alonso, mentre Hamilton è riuscito a limitare i danni, chiudendo sesto e guadagnando punti su Rosberg, alla fine ottavo alle spalle di Grosjean. Punti anche per Button ed Ericsson.