Le leggende da corsa del passato

Se siete dei nostalgici e avete voglia di parlare delle grandi gare del passato, allora questo è il forum giusto!
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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 29/08/2014 - 10:26

Ford Capri RS Cosworth

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Per il 1970 Weslake è stato chiamato a sviluppare testate in alluminio più sofisticati per il motore Ford V6. Problemi di comunicazione tra la Colonia, Germania basato squadra corse Ford e la Weslake britannico notevolmente ostacolato lo sviluppo dei nuovi motori. Il Capri non era sul passo nella classe GT più e metà stagione Ford ha deciso di passare al Gruppo 2 Touring auto da corsa per i quali almeno 1000 esemplari dovevano essere prodotta.
Soprattutto per Touring auto da corsa, il modello RS 2600 è stato lanciato come una speciale omologazione. Con l'aiuto di Peter Ashcroft, il V6 2,6 litro è stato modificato per spostare poco meno di 3,0 litri. Dotato della testa e Kugelfischer iniezione motore Weslake OHV V6 prodotto oltre 280 CV. Rispetto ai suoi più vicini e di solito più potenti rivali, i Capri RS era leggera come la piuma proverbiale, che ha dato un vantaggio rispetto alla concorrenza.



Nel 1971 la Capri RS è stata la vettura da battere nel Campionato Europeo Turismo ed è stato battuto solo una volta. Jochen Mass ha preso il titolo piloti, ma fu l'Alfa Romeo che hanno fatto campagna in una classe più piccola, che ha preso il titolo del produttore. Più la concorrenza era atteso nel 1972 da appena fondata team BMW Motorsport. Forza trainante dietro la nuova squadra era Jochen Neerpasch, che aveva lasciato la Ford dopo la prima gara del 1972.
Con il motore sviluppato per quanto riguarda i regolamenti autorizzati, Ford concentrata sul telaio e in particolare sulla sospensione per 1972 Strada che Capris caratterizzato montanti McPherson sospensioni anteriori e un assale rigido con molle semi-ellittiche foglia sul retro e secondo le norme nessun cambiamento potrebbe essere fatto per questa configurazione di base. Ford eluso questa regola inserendo molto sottili e fondamentalmente inutili balestre al posteriore combinato con "supplementari" molle elicoidali, che ha completamente preso dall'esercizio foglie.
Con il team BMW ancora l'istituzione, i Capris sono stati raramente abbinato da chiunque o su qualsiasi pista. L'auto ha dominato come ha fatto l'anno precedente, ma ora Ford ha conquistato entrambi i titoli. Capris sono stati inseriti con successo alla 24 Ore di Le Mans e la 1000 km del Nürburgring gare, vincendo la loro classe in entrambi gli eventi. Nel 1973, le probabilità favorito BMW, con il nuovo modello CSL motore di 3,5 litro 3.0. Un certo numero di modifiche alle regole alla fine della stagione pendere la bilancia a favore dei Capri RS ancora una volta.

Per la stagione 1974 il corpo di questo sport che disciplina permesso testa DOHC da montare, di cui solo 100 esemplari dovevano essere prodotta. Con l'aiuto della Cosworth il nuovo motore V6 quad-cam 3,4 litro è stato sviluppato nel 1973 Il motore e le teste sono stati omologati da un breve periodo di produzione dei Capri RS 3100 Un altro grande modifica è stata la mossa dei radiatori dal naso alla passaruota posteriori per scopi di bilanciamento del peso. Prestazioni del Capri rivisto aumentato di un bel po ', con il motore che pompa fuori intorno 440-450 CV a circa metà stagione.
BMW era vicino alle calcagna di Ford con una tiratura di 100 auto del CSL DOHC 3.0. Il Capri e la CSL sono state le vetture più veloci del campionato, ma nessuno dei due alla fine ha preso il campionato. Alla fine della stagione è stato Zakspeed che ha sorpassato i due opere squadre con le loro Ford Escort RS 1600. Spiralling costi delle gare molto avanzate e la crisi del petrolio significava la fine del campionato Gruppo 2 auto Touring.
Ford mai gareggiato Capris come una squadra funziona di nuovo, ma questa non era la fine della carriera agonistica di Capri. Nel 1977 ha iniziato su un gruppo di 5 racer liberamente ispirato alla terza serie di Capri. Il corridore silhouette caratterizzato da un telaio completo spaceframe con un 1,4 litro motori turbocompressi produzione di ben oltre 300 CV. Anche in questo caso il Capri ha dimostrato di essere una macchina da corsa molto efficiente.
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Messaggioda luca lazzarato » 04/09/2014 - 02:36

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Melkus RS 1000

La Melkus RS 1000 è un'autovettura sportiva costruita dalla Melkus nel 1969.La vettura venne progettata dall'ex pilota automobilistico Heinz Melkus, il quale, per produrre le proprie vetture nelle difficili condizioni della DDR, dovette reimpiegare numerose componenti provenienti da diverse auto prodotte da altre case automobilistiche.

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Il telaio a longheroni era derivato dalla Wartburg 353 e venne modificato per ospitare il propulsore nella parte posteriore della vettura, con il cambio a quattro rapporti rivolto verso l'esterno. Sempre Wartburg era il propulsore 1.0 da 90 cv, che si elevavano a 120 nella versione da competizione. La carrozzeria era in vetroresina e presentava delle portiere ad ala di gabbiano.

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Così configurata, la RS 1000 aveva una velocità massima di 170 km/h. Nell'arco di 10 anni, vennero prodotti un totale di 101 esemplari.


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Messaggioda luca lazzarato » 10/10/2014 - 15:12



Alfa Romeo GIULIA 1600 Spider Veloce
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Messaggioda luca lazzarato » 16/10/2014 - 01:37



Alfa Romeo 2600 Sprint

Questa imponente coupé di gran classe era una vettura dalle prestazioni molto elevate, affidabile e dotata di tutti i migliori comfort per l'epoca. La linea imponente e al tempo stesso filante ebbe un eccellente successo commerciale. Vale ricordare che la 2600 Sprint aveva tra i suoi optional da richiedere a pagamento i vetri elettrici, l'aria condizionata e gli interni in pelle.La 2600 Sprint "serie 106.02" venne prodotta in 6.999 esemplari, dei quali 597 con guida a destra definiti "serie 106.09". Una coupé di grandi dimensioni per quattro adulti destinata al turismo veloce, favorita in questo dalla potenza del motore (lo stesso della Spider) e dalla coppia. Lo stile era lo stesso della precedente 2000 Sprint, uno dei primi progetti di Giorgetto Giugiaro per la Bertone.Un certo numero di 2600 Sprint con allestimento speciale venne acquistato dai ministeri dell'Interno e della Difesa per equipaggiare i reparti mobili rispettivamente della Polizia e dei Carabinieri, divenendo subito le vetture di punta delle forze dell'ordine e ad oggi tuttora note come "Pantere" e "Gazzelle" dai rispettivi emblemi dei corpi che le avevano in dotazione.
Nel 1965 vennero presentate numerose migliorie che furono introdotte sulla "Sprint" del 1966. Il grande successo commerciale e la buona quantità di vetture sopravvissute, consentono di poter trovare ottimi esemplari a cifre relativamente contenute.
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Messaggioda luca lazzarato » 16/10/2014 - 14:40

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Alfa Romeo 1000 Abarth

L'Alfa Romeo 1000 Abarth è una concept car realizzata dall'Alfa Romeo in collaborazione con Carlo Abarth nel 1958.Il progetto della vettura venne realizzato per portare sul mercato una berlinetta sportiva che recasse il marchio della casa del biscione. Per questo motivo l'industria torinese si rivolse a Carlo Abarth per la sua realizzazione, in quanto durava da due anni un accordo di collaborazione con lui. Il progetto non fu poi portato in produzione di serie dopo un iniziale presentazione al salone automobilistico di Torino in quanto l'ingegnere italo-austriaco divenne partner della Fiat.

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Il telaio di tipo tubolare della vettura venne sviluppato da Mario Colucci, mentre il propulsore derivò da quello impiegato sull'Alfa Romeo Giulietta 1300, cosi come il cambio, la trasmissione e l'impianto frenante. Il motore venne però elaborato con nuove componenti sportive, facendogli ottenere una potenza di 88 cv. Il design della carrozzeria venne affidata alla Bertone, la quale la fece disegnare da Franco Scaglione.
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Messaggioda luca lazzarato » 20/11/2014 - 10:05



La Porsche 356 è un modello di automobile, sia coupé che roadster, prodotto dalla Porsche ininterrottamente dal 1948 al 1966. Può essere considerato il primo modello "di serie" prodotto dalla casa di Stoccarda.

In poco meno di un ventennio si sono succedute parecchie versioni, con differenti motorizzazioni. Il nome "Carrera" comparve per la prima volta proprio sulle versioni più potenti della 356, quelle con doppio albero a camme in testa:

1948-1951: 356, prodotta in 52 esemplari a Gmünd in Kärnten (situata in Carinzia, Austria, dove la Porsche si era trasferita in seguito ai bombardamenti alleati sulla Germania), conosciuta dagli appassionati con il nome di Superleggera, perché costruita in alluminio battuto a mano su matrice in legno sotto la supervisione di mastro Weber.

1952: America Roadster, rarissima e preziosissima versione, prodotta in solo 12 esemplari, destinati all'esportazione

1950-1955: Pre-A o T0,

1955-1957: A-T1

1957-1959: A-T2

1959-1961: B-T5

1961-1963: B-T6

1963-1966: C ed SC

Dal punto di vista telaistico, le vetture avevano carrozzeria coupé, cabriolet (356, Pre-A, A-T1, A-T2, C, SC), convertible D (A-T2), Speedster (Pre-A, A-T1, A-T2), Karmann hardtop coupé (B-T5 e B-T6) e roadster (B-T5 e B-T6).

Il motore, originariamente di 1,1 litri, poi portato nelle diverse versioni a 1,2 - 1,3 - 1,6 e 2,0 litri, aveva un range di potenze che spaziava dai 40 CV delle prime versioni agli oltre 110 delle versioni Carrera ed era direttamente derivato dal propulsore Volkswagen che equipaggiava il Volkswagen Maggiolino. L'architettura stessa della vettura era direttamente derivata da quest'ultimo, peraltro progettato dallo stesso Ferdinand Porsche: motore posteriore a sbalzo raffreddato ad aria (fatto salvo il primissimo esemplare avente motore centrale) e trazione posteriore.

Da questa vettura furono derivate molte versioni da competizione, tra cui la Carrera GTL "Abarth".

La 356 è una vettura che ha fatto epoca, vantando eccezionali livelli di maneggevolezza, leggerezza, affidabilità e tenuta di strada e spianando la strada alla futura Porsche 911. Ancora oggi è una vettura apprezzatissima dagli appassionati di auto storiche di tutto il mondo, ed alcuni esemplari (specie le versioni Speedster destinate al mercato USA) raggiungono quotazioni da capogiro
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Messaggioda luca lazzarato » 27/11/2014 - 09:47

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Alfa Romeo 33-2 Stradale

L'Alfa Romeo 33 Stradale è una fuoriserie prodotta dall'Alfa Romeo a fine anni sessanta prodotta in 18 esemplari.La prima 33 Stradale realizzata era basata sulla omonima versione da competizione, la Tipo 33. Questa autovettura, presentata nel 1967 al salone dell'automobile di Torino, venne disegnata da Franco Scaglione e costruita dalla Carrozzeria Marazzi; è spesso ricordata per essere la prima vettura prodotta ad avere le portiere ad apertura verticale, e l'estetica non risente assolutamente dei 40 anni trascorsi, a tal punto che la nuova Alfa 8C Competizione ricorda moltissimo questa vettura. È considerata, da molti, tra le più belle auto di tutti i tempi.
Il motore, posto in posizione centrale, lo stesso della Tipo 33 da competizione, non aveva praticamente nulla in comune con le unità destinate ad equipaggiare le auto di serie; era un 1995 cm³ V8 con alesaggio di 78 mm e corsa di 52,2 mm, progettato dal Direttore della Progettazione Meccanica Giuseppe Busso e poi data in gestione a Carlo Chiti, fondatore e responsabile della squadra corse Autodelta, il reparto corse dell'Alfa Romeo. Autentico gioiello tecnologico, costruito interamente in alluminio e magnesio, disponeva di impianto di iniezione meccanica indiretta "Spica" con doppia pompa della benzina elettrica e lubrificazione a carter secco. La distribuzione è a doppio albero a camme in testa per bancata, le valvole (33 mm di diametro quella di aspirazione e 28 mm di diametro quella di scarico) sono 2 per cilindro inclinate di 48° e sedici candele (2 per cilindro). Nella versione da competizione il propulsore erogava una potenza di 270 CV ad un regime di 9600 giri/min con un rapporto di compressione di 11:1. Nella versione stradale la potenza veniva limitata a 230 cv din erogati ad un regime di 8800 giri/min con un rapporto di compressione di 10:1. Un tale regime di rotazione era un record per l'epoca, ma anche oggi elevatissimo per un'auto da strada; la potenza di 230 cv din fa di questo motore uno dei 2.000 cm³ aspirati più potenti mai realizzati. Una potenza molto elevata per un'autovettura stradale, ancor di più se si considera che è ottenuta con la sola tecnologia meccanica e senza l'ausilio della gestione elettronica adottata dalle automobili moderne. Il rapporto al ponte è di 9/41 (con differenziale autobloccante), mentre i rapporti del cambio a sei marce sono i seguenti: I 3,25:1; II 2,18:1; III 1,60:1; VI 1,30:1; V 1,20:1; VI 0,96:1; Rm 3,273:1. La vettura è alta 990 mm, lunga 3970 mm e larga 1710 mm; il passo misura 2350 mm, la carreggiata anteriore 1350 mm, quella posteriore 1445 mm.

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Il peso in ordine di marcia è di 700 kg.Anche per il ridotto peso del telaio, realizzato grazie all'impiego di tecnologie aeronautiche, costruito con elementi tubolari in acciaio e fusioni in lega di magnesio, allungando di 10 cm quello della 33 da competizione costruita sempre da Autodelta, la 33 Stradale raggiungeva prestazioni inimmaginabili per il tempo come per oggi da un 2 litri, infatti la velocità massima era di quasi 260 km/h e l'accelerazione da 0 a 100 km/h era compiuta in 5,6 secondi (la rivista AutoItaliana misurò 4,9 secondi).Tra i 18 esemplari prodotti vi sono lievi differenze estetiche, le più evidenti delle quali sono rappresentate dalla presenza di due soli fari anteriori in luogo di quattro fari e del tergicristallo incernierato in alto o in basso.

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Uno dei 18 esemplari di questa autovettura (versione con quattro fari) è conservato presso il Museo Storico dell'Alfa Romeo di Arese.
La 33 Stradale quando fu venduta (figurava regolarmente a listino presso i concessionari) era una delle auto più costose sul mercato, ben 9.750.000 lire; per fare un esempio l'Alfa Romeo Giulia TI costava 1.570.000 lire; per una Jaguar si spendevano circa 5 milioni, mentre per una Ferrari occorrevano 6 milioni


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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 30/11/2014 - 09:31

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Fiat Dino Spider.
Le Dino non venivano commercializzate con il marchio Ferrari, bensì con il marchio Dino, senza scritta Ferrari né sui motori né sui cofani e senza il cavallino rampante, che venivano riservate alle Ferrari 12 cilindri.L'impostazione tecnica era totalmente diversa e, sulle FIAT, piuttosto classica: motore anteriore, trazione posteriore, avantreno a ruote indipendenti con triangoli sovrapposti, retrotreno a ponte rigido, cambio manuale a 5 marce e freni a disco (con servofreno) su tutte le ruote. La prima "Dino" della FIAT ad essere presentata fu, nella primavera del 1966, la Spider, una due posti secchi disegnata da Pininfarina e non priva di similitudini estetiche coi modelli Ferrari (e non era un caso, visto che derivava da alcuni bozzetti che lo stilista aveva presentato proprio alla Casa di Maranello). Oltre che del design Pininfarina si occupò anche della costruzione del modello presso i suoi stabilimenti.



L'esuberante e scorbutico motore V6 di 1987 cm³, tutto in alluminio e dotato di distribuzione a 4 alberi a camme in testa (2 per bancata), metteva in crisi il retrotreno. L'abbondante potenza (160 cv a 7200 giri/minuto) erogata in modo poco lineare, il passo corto (2256 mm) e l'arcaica geometria della sospensione posteriore, rendevano la Dino una vettura molto nervosa. Inoltre il basamento in alluminio del V6 soffriva i repentini sbalzi di temperatura, che tendevano a deformare le canne dei cilindri
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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 07/12/2014 - 10:53

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La Jaguar E-Type, conosciuta anche come XK-E o anche XKE, fu prodotta dalla casa automobilistica britannica Jaguar dal 1961 al 1975. La E-Type fu una vettura rivoluzionaria per la progettazione, le caratteristiche di guida e l'estetica; era in anticipo sui tempi . Il suo prezzo era più basso di quello delle vetture pari classe della concorrenza e questo aiutò le vendite che, nei 14 anni nei quali rimase in produzione, arrivarono a 70.000 vetture. Nel 2004 la rivista statunitense Sports Cars International la mise al primo posto tra le Top Sport Cars degli anni sessanta.Disegnata da Malcolm Sayer, al quale si devono anche le precedenti C-Type e D-Type, la E-Type fu inizialmente progettata e presentata come coupé gran turismo sportivo a due posti. La versione 2+2, con passo allungato, fu realizzata nel 1966. Il 15 marzo 1961 la versione coupé (nel linguaggio Jaguar "Fixed Head Coupé" o "FHC") fu presentata al Salone dell'automobile di Ginevra, mentre la roadster (altresì detta "Open Two Seater" o "OTS") fu lanciata ad aprile dello stesso anno al Salone dell'automobile di New York. Questa versione aperta fu introdotta per andare incontro ai gusti del mercato statunitense. Il modello fu costruito in tre differenti serie, indicate come Series 1, Series 2 e Series 3. Furono presentate anche versioni speciali in un limitatissimo numero di esemplari: la versione Low Drag Coupé, un solo esemplare prodotto, e la Lightweight E-Type. Quest'ultima versione doveva essere di 18 esemplari ma se ne realizzarono solo 12, dei quali uno andò distrutto e almeno due trasformati in decappottabile. Queste vetture speciali sono molto ricercate dai collezionisti per la loro estrema rarità.
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Messaggioda luca lazzarato » 10/12/2014 - 17:55

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Alfa Romeo 1750
L'Alfa Romeo 1750 è una gamma di vetture composta dalle versioni berlina, coupé e spider. Una nuova gamma sportiva di classe medio-alta, prodotta dalla casa milanese dal 1967 al 1972 presso lo stabilimento di Arese.Nella seconda metà degli anni sessanta, visto l'enorme successo commerciale della "Giulia", l'Alfa Romeo mette in cantiere un'automobile di classe superiore che possa accontentare una clientela abbiente, oltre ad esaudire le richieste degli alti funzionari pubblici.Con il "progetto 105", sapientemente modificato, grazie principalmente all'aumento della cilindrata, venne presentata una nuova gamma completa di vetture che andavano ad affiancare (ampliando l'offerta nella fascia alta) o sostituire (in meglio) le altre versioni presenti in listino nel 1967. La berlina e la coupé vestite entrambe da Bertone, mentre la spider era carrozzata da Pininfarina. Negli anni 1968, 1969 e 1970 la serie "1750" rappresenta in assoluto il top di gamma dell'Alfa Romeo, (se si escludono le ultime 30 Alfa Romeo 2600 "Berlina" prodotte di cui 26 nel 1968 e 4 nel 1969).
Realizzate all'interno del progetto della Giulia "serie 105", le 1750 rappresentavano una evoluzione tecnologica e prestazionale delle stesse, anche se l'Alfa Romeo non utilizzò mai il nome Giulia per queste serie di modelli, essendo lo stesso già utilizzato da numerosi anni, si preferì richiamare la "gloriosa" Alfa Romeo 6C 1750 degli anni trenta per lanciare il nuovo modello. Nel processo di sviluppo tecnologico e prestazionale iniziato con la Alfa Romeo Giulietta 1.300 cm³ e sviluppato con la Alfa Romeo Giulia 1600 cm³, la 1750 rappresenta un ulteriore passo di sviluppo in questa direzione e verrà affiancata dalla 2000 nel 1971. Le "1750" ebbero un grande successo commerciale in tutte le versioni, con oltre 90.000 berline,40.000 coupé e 8.000 spider prodotti (dati disponibili fino al 1972 incluso).Presentata nel 1968, l'Alfa Romeo 1750 ripropone i canoni tecnici della "Giulia", senza però seguirne quelli stilistici. Sulla base della nuova meccanica leggermente rivisitata e dotata del nuovo motore (serie "AR 00548") 4 cilindri in linea di 1779 cm³ da 118 CV (DIN) nasce un'automobile dalle caratteristiche sportive nella guida, più potente ed elastica delle "Giulia", ma dall'aspetto sobrio ed elegante che ci si aspetta da una vettura di questa classe. L'intento dell'Alfa Romeo è di rilanciare con una evoluzione un modello nuovo, per rimanere ancorata al settore di mercato delle automobili medio-alte.Rispetto alla "Giulia", la "1750" aumenta il passo di soli 6 cm, ma gli sbalzi vengono sapientemente allungati fino a raggiungere la lunghezza di 4,39 m, guadagnando quei 25 cm in più che le consentono di aspirare ad una categoria superiore.La scocca autoportante mantiene la struttura differenziata a deformazione progressiva. Il blocco motore-cambio con trazione posteriore, raggiunge una perfezione ed un equilibrio di funzionamento eccellenti. Sarà l'ultima automobile Alfa Romeo dotata di questo schema che era stato iniziato con la "Giulietta".
Nelle vetture successive (Alfetta, Giulietta, 90 e 75) il cambio verrà spostato sul ponte posteriore, aumentando la stabilità, ma perdendo quella dolcezza di innesto dei rapporti che era il vanto delle vetture milanesi negli anni cinquanta e sessanta.
Già nel 1969 venne presentata la "seconda serie" con piccole modifiche funzionali ed estetiche come le frecce anteriori, i ripetitori laterali ed il volante in legno. La meccanica resta invariata ed i 132 CV (SAE) del motore spingono la vettura a 180 km/h.
Nel 1971, a Gardone Riviera, viene presentato, il modello "2000", che inizialmente affiancherà la 1750 nei listini Alfa Romeo.
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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 11/06/2015 - 03:15



La Lotus 18 è stata una monoposto con la quale la scuderia inglese Lotus ha preso parte al campionato del mondo di Formula 1.
Debuttò al Gran Premio d'Argentina 1960 con Innes Ireland e venne utilizzata anche nelle tre stagioni seguenti dalla squadra ufficiale Lotus e da altri team privati. Corse 19 Gran Premi conquistando 3 vittorie, 5 pole-position e 4 giri veloci. Fu un eccezionale successo per il costruttore inglese e ne vennero realizzati circa 150 esemplari.
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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 12/06/2015 - 02:37



Chassis 0030 MT, born as one of only two 275S barchettas built, is a landmark Ferrari for a number of reasons. The car, which was originally bodied by Carrozzeria Touring, became the first Lampredi-engined Ferrari sports racer. As such, Ferrari gave this 275S and its new powerplant a trial by fire. Following testing around Maranello, 0030 MT travelled to Brescia, where it participated in one of the most grueling competitions in motorsport: the 1950 Mille Miglia.

Even with the legendary Alberto Ascari behind the wheel, along with Senesio Nicolini navigating, the pair failed to finish. However, this would not deter the Scuderia, and the 275S returned to Maranello, where it was upgraded to 340 America 4.1-liter V-12 specifications. During this time the Ferrari was also shown at the 1950 Salon de l'Automobile at the Grand Palais in Paris.

After its display, 0030 MT was purchased by Scuderia Marzotto, who continued to race the Ferrari throughout Italy, including twice more at the Mille Miglia in 1951 and 1952, as well as the Targa Florio.

Following a demanding racing career in Italy, which ended in 1957, the car was sold to the United States and subsequently purchased by Peter Markowski in 1967. He showed 0030 MT frequently and retained the car for over 30 years. After leaving his ownership, the Ferrari eventually made its way back to Europe, where it would return to competition as a historic racer. During this time, this highly significant Works Ferrari was a frequent sight at prestigious events, such as the Mille Miglia Storica and the Shell Ferrari Maserati Historic Challenge.

The sale of 0030 MT presents an unparalleled opportunity to acquire and enjoy one of Ferrari's earliest racers, one that was bred during what many consider to be the Golden Era of motorsport where it was raced by such legends as Alberto Ascari, Giovanni Bracco, and Gianni Marzotto. It will be a surefire entrant in concours and historic racing events around the globe, especially since it has received the Ferrari Classiche attestation for competition cars. This is a significant automobile with few equals.
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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 16/06/2015 - 03:08

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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 17/06/2015 - 01:56



La 375 MM fu prodotta in onore ai modelli Ferrari vittoriosi nella Mille Miglia, da cui la sigla “MM” nella denominazione. Fu costruita per competere nel Campionato del Mondo Sport Prototipi, che poi fu vinto dalla Ferrari stessa a fine stagione.
Da un punto di vista tecnico, anche se impiegata in competizioni diverse, la vettura era lo sviluppo della 375 F1, che corse in Formula 1; analogamente, sempre da quest’ultima, discendeva anche la 375 America, classificata nella categoria GT. Al momento del lancio, la 375 MM era la Ferrari più potente della gamma di autovetture costruite dalla Casa automobilistica del cavallino rampante.
La 375 MM Pininarina Berlinetta giudata da Maglioli alla Carrera Panamericana del 1953
Ciò che aveva più in comune con la 375 F1 era il motore, che era opera di Aurelio Lampredi. In particolare, l’albero a gomiti fu leggermente cambiato, così da avere la corsa diminuita e l’alesaggio aumentato, modifiche che portarono ad una cilindrata lievemente maggiore. Questo propulsore debuttò, però, su una 340 America alla 24 Ore di Le Mans, con alla guida Alberto Ascari e Luigi Villoresi.
In seguito furono prodotte le 375 MM vere e proprie, sia in versione spyder (con carrozzeria di Pininfarina ed alcune di Vignale) che berlinetta. Ne furono costruiti più esemplari della prima versione, oltre a sette della seconda e cinque modelli da strada con corpo vettura speciale. Le sue vittorie più importanti furono la 1000 km del Nürburgring nel 1953, con alla guida Alberto Ascari e Nino Farina, ed il Nassau Trophy l’anno successivo. Gli esemplari da gara furono poi impiegati nelle competizioni principalmente da piloti privati.
Nel 1954 un esemplare della 375 MM realizzato dalla Pininfarina con numero di telaio 0402AM venne ricarrozzato dalla Scaglietti ispirandosi alla linea della Mercedes-Benz 300SL. Nello stesso anno anche la Ghia realizzò una propria versione coupé, commissionata da Robert Wilke. Fu l'ultima autovettura di Maranello carrozzata dalla famosa azienda.

Fonte Wikipedia.
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luca lazzarato
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Re: Le leggende da corsa del passato

Messaggioda luca lazzarato » 18/06/2015 - 04:34

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